Da grande voglio fare l’illustratrice! Otto domande a Fraffrog

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Come, quando perché si decide di diventare illustratrice? Qual è la miccia che si accende e che ti fa desiderare di “illustrare, studiare, colorare e progettare” con i colori, le parole e il video? L’abbiamo chiesto a Francesca Presentini, in arte Fraffrog, che non ha mai visto il disegno come il fine ultimo, ma come uno strumento estremamente malleabile per fare tutto!

1-Che cosa fa nel quotidiano una illustratrice? Com’è la tua giornata?

Sicuramente illustrare, studiare, colorare e progettare è una parte fondamentale del mio lavoro. Io però non mi reputo un’illustratrice canonica, difatti durante le mie giornate solo una parte del tempo è dedicata a queste attività. La restante parte la dedico al videomaking e a cercare di costruire una narrazione dietro al disegno, che possa portare il pubblico dietro le quinte di una lavorazione. Al momento le mie giornate sono quindi cadenzate da disegno, macchine fotografiche, voiceover da registrare, video da montare, progetti da scrivere e idee da consegnare. Tutto è stranamente ordinato grazie ad una lista di task che tengo sul mio cellulare e senza la quale, probabilmente, non riuscirei a fare nulla!

2-Qual è la cosa che ti piace di più del tuo lavoro?

La cosa che apprezzo maggiormente è proprio l’estrema fluidità che mi concede. Io non ho mai visto il disegno come il fine ultimo di ciò che faccio, ma come uno strumento estremamente malleabile. Un disegno può diventare un fumetto, un’animazione, un videogioco, un libro illustrato, un video e una miriade di altre cose diverse. Sta a me decidere quale di queste può adattarsi meglio all’idea che voglio veicolare. Faccio sempre tanta fatica a definirmi con un termine preciso come “illustratrice”, ma la bellezza del mio lavoro è proprio che senza doverlo etichettare posso trasformarlo ogni giorno in quello che vorrei che fosse.

3-Qual è la parte più noiosa del tuo lavoro?

Probabilmente la burocrazia e tutto ciò che non è prettamente creativo: rispondere alle email, organizzare chiamate, fissare scadenze… Nonostante mi stia facendo aiutare non c’è mai modo di eliminare totalmente questa parte, e da un certo punto di vista non credo dovrei. Per quanto possa essere noioso occuparsi di questo aspetto, essere capace di comunicare correttamente con un cliente, consegnare il lavoro in tempo rispettando le linee guida, gestire il proprio tempo in modo da non soccombere con le scadenze fa parte del bagaglio di capacità che un professionista dovrebbe avere.

4-Da ragazza hai sempre voluto fare questo lavoro?

Non proprio, non credo che il mio lavoro esistesse quando ero piccola. Sognavo di fare la scrittrice perché era la cosa più vicina a ciò che mi sarebbe piaciuto fare, ma credo che sarà sempre più difficile prevedere quali nuovi lavori e opportunità si apriranno in futuro, e questa è una prospettiva estremamente interessante!

5-Come quando e perché hai deciso che fare l’illustratrice sarebbe stato il tuo lavoro? 

Finite le scuole superiori mi sono dedicata anima e corpo all’apprendimento mentre coltivavo il mio canale YouTube. Era un progetto personale estremamente soddisfacente perché mi permetteva di testare ogni mio lavoro dandolo in pasto ad un piccolo pubblico. Vederlo crescere era estremamente stimolante perché ero convinta che mi sarei dovuta meritare ogni piccolo successo.

Il disegno è diventato man mano una fetta sempre più importante del canale, finché non ho deciso di provare a portarlo anche fuori da quel riquadro di 1920×1080 pixel. Lì è stato più o meno l’inizio di tutto.

6-Da piccola chi erano i tuoi “idoli”, chi ti ha ispirato a scegliere questa strada?

Da piccola ero una grande appassionata di lettura, fumetti e videogiochi: spaziavo dai romanzi, alla fantascienza, ai manga, ai plaftorm a scorrimento 2D. Mi affascinavano i mondi fantastici che la nostra mente era in grado di generare. Proprio perché sognavo di poter intraprendere questa strada, una delle mie ispirazioni più grandi è stata J.K.Rowling, l’autrice di Harry Potter.

7-Qual è il libro di cui ti sei perdutamente innamorata da ragazza?

Ricordo che intorno ai sedici anni avevo la costante sensazione di sentirmi piccola e confusa rispetto al mondo che si apriva, piano piano, davanti a me. In quel periodo una mia insegnante mi fece scoprire Stefano Benni e divorai tutti i suoi libri, uno dopo l’altro. Senza saperlo Benni mi ha accompagnata in uno dei momenti più delicati della vita, ed Elianto mi è rimasto davvero nel cuore.

8-Quale consiglio pratico daresti a un ragazzo o una ragazza che vogliono diventare illustratrici/ illustratori?
Non rinunciare mai a qualcosa perché “non sei capace a farlo”. Piuttosto accettalo e dai il meglio! Dai progetti scolastici ai lavori veri e propri, se ti ritroverai a fare solo cose che sai già fare vuol dire che non stai puntando abbastanza in alto.

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